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La maggior parte delle persone mi conosce come Jeimbo, sono un pattinatore aggressive e faccio parte del Team Ambassador di Roces
insieme ad altri 7 pattinatori provenienti da tutto il mondo (Stati Uniti, Norvegia, Giappone, Australia..). Adoro scoprire la città e gli ostacoli che offre cercando di sfruttare al massimo la fantasia, usando la tecnica e i trick base in modi sempre diversi. Mi piace pattinare con la mia crew Don’t Bro Me perché abbiamo instaurato un bellissimo clima di sana competizione sportiva che ci spinge sempre a superare i nostri limiti.
D: Quando hai iniziato a pattinare?
Penso di aver avuto i miei primi pattini attorno ai 4-5 anni, erano dei quad con ruote in plastica allungabili da bambino in cui infilavi il piede con tutta la scarpa. A pensarci adesso erano un suicidio!
D: Qual è la tua specialità e quando l’hai capito?
La mia specialità è ovviamente l’Aggressive. Ho iniziato a praticarlo all’età di 12 anni grazie ai miei cugini che avevano vissuto i tempi d’oro di questa disciplina alla fine degli anni ’90 e da quel momento per me avere delle ruote sotto i piedi vuol dire fare salti, grind e sognare modi sempre nuovi per sfruttare gli ostacoli.
D: raccontaci una follia fatta su 8 ruote
Per un pattinatore aggressive fare follie sui pattini è all’ordine del giorno. Una delle cose più folli che ho fatto, e che mi viene in mente in questo momento, è stato il mio last trick al Biella Inline Skating Contest del 2017. Ho grindato su una struttura del park e sono uscito in Misty Flip dal trick (per i meno esperti il Misty Flip è un salto mortale). Sono riuscito a chiudere il trick dopo qualche tentativo fallimentare ed è stata un’emozione enorme e una grande soddisfazione!
D: come hai conosciuto MilanoSkating?
Ho conosciuto MilanoSkating grazie ad alcuni amici della scena Aggressive milanese che partecipavano frequentemente agli eventi dell’associazione.
D: cosa ti piace di più nell'insegnare il pattinaggio?
La soddisfazione più grande è vedere gli allievi impegnarsi per raggiungere un obiettivo. Io mi rivedo in loro e questo mi motiva sempre di più ad accompagnarli nel loro percorso.